martedì 9 giugno 2009

Una magnum per McQuade - Steve Carver (1983)


Cosa ci fa avvicinare ad un film?
I motivi sono spesso disparati: un attore per il quale andiamo pazzi, il nostro regista preferito, la promessa di scene splatter mai viste, o nel “peggiore” dei casi due belle tette.
Nel caso di un film di Chuck Norris, spesso i motivi rimangono nebulosi, ma Una magnum per McQuade (Lone wolf McQuade) ha indubbiamente una marcia in più, volete mettere la possibilità di vedere contrapposti due icone del cinema di serie B come Carradine e Norris stesso?

McQuade è un ranger solitario, di quelli con un matrimonio fallito, perché il lavoro viene prima di tutto. Armato con una magnum dai riflessi argentei (come la stella che porta sul petto), e forte delle sue abilità nelle arti marziali, McQuade affronta le situazioni pericolose con la battuta sempre pronta (complimenti al doppiaggio italiano dai toni decisamente coloriti).
Dopo aver sgominato dei ladri di bestiame a suon di mitragliate alla Rambo, e qualche calcio nei denti ben assestato, McQuade scopre uno strano giro d’armi rubate che coinvolge Wilkes (David Carradine), un noto uomo d’affari ex campione di karate, ma guarda un po’!
Le strade dei due s’incroceranno diverse volte prima della resa dei conti, sublimata all’invero simile, e coronata con uno scontro ai limiti dell’epico.

Il titolo italiano richiama sin da subito lo spaghetti western, e per una volta tanto non ci va lontano, infatti lo “score” iniziale ad opera di Francesco De Masi, farcito di cori e zufoli è un evocativo omaggio a Morricone.
Le prime immagini che vediamo (in un sapiente montaggio) ci fanno subito capire l’atmosfera della vicenda: un lupo che si aggira nel deserto (riferimento al carattere solitario del protagonista), dei cavalli al galoppo tra nuvole di polvere, e ripetuti primi piani degli occhi (mono espressivi) di McQuade sono un ottimo biglietto da visita.
Il regista e produttore Steve Carver cita Leone conscio dei propri mezzi, giocando con i personaggi, basta notare l’entrata in scena di Norris in controluce ripreso dal basso, quasi a simboleggiare il suo status mitico, o la prima apparizione di Carradine col classico sigaro alla Eastwood.
Carver non si limita al western, il suo approcio abbraccia diverse correnti dell’action movie degli anni 80s, primo fra tutti il buddy-movies; da solitario, McQuade sarà costretto a fare coppia con una giovane recluta prima, e nel pirotecnico finale, il duo sarà affiancato da un agente del F.B.I di colore, stranamente questa volta il “negro” non muore.

Centodue minuti di Chuck Norris sono difficili da digerire, se ad attenderci non c’è una ricompensa adeguata, infatti, quando le esplosioni ed i morti ammazzati non si contano più, in un finale che anticipa di qualche anno Commando, Carradine e Norris finalmente si troveranno faccia a faccia in un duello di proporzioni bibliche.
Duello che inizia sui dei veicoli, in una sorta di prova di forza, e prosegue, come era lecito aspettarsi a mani nude, concludendosi come solo un film d’azione degli anni ottanta sapeva fare.
Only the strong survive!

2 commenti:

  1. Grande!
    Un film che ho sempre apprezzato. Non ho visto tutti i film di Norris ma questo é uno dei migliori, se non il migliore(a parte "L'urlo di Chen...")e poi c'è Carradine: madò che fine sconvolgente...RIP.

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  2. vero, povero Carradine...io lo voglio ricordare mentre cammina col sole alle spalle in Kung Fu.

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